“TRE sono i principii che deve conoscere il nostro artefice onde operare per virtù propria nella medicina, nell’arte alchimistica, metallica, e minerale.
Il primo principio è la materia, che dev’essere conosciuta dall’artefice di questa Opera, per la medicina e la pietra che è destinata a ricevere l’essere sostanziale. Perché se la materia è tale, quale la natura ricerca, essa riuscirà gratissima alla forma. Forma, materia e mezzo, cioè forze, ecco quello che deve concorrere per la migliore riuscita, come si dirà in proseguo.
Il secondo principio è il mezzo, molto più semplice rispetto al primo, ed è quello per cui la materia riceve la sua perfezione.
Il terzo è il principio della Quinta Essenza.
Il primo principio è nel mercurio volgare o comune.
Il secondo principio è nelle acque sottili in cui si risolve la fangosità del primo principio.
Il terzo principio, essenziale, è in relazione alla virtù delle stelle fisse, mobili, e dei loro diversi aspetti. Questo principio s’infonde nella materia per opera delle cotidiane influenze, appropriandolo con l’arteficio del secondo principio.
Il secondo principio, causa, dunque, ed è recettibile conveniente del terzo e di tutte le sue virtù che scendono dal cielo e che sono di ogni cosa generata la perfezione e la forma, come si può ben vedere dalle sue qualità caratteristiche.
Ma quello che genera, viene materialmente dal primo, dal quale si diparte la virtù minerale, che è materia semplice, divenuta perfetta quando riceve la forma per la Quinta Essenza celeste.”
Raimondo Lullo, Trattato sulla Quintessenza
